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A MERENDA CON BRUNO MUNARI

Ma chi è Bruno Munari?

Ci sono tantissime persone che avrei voluto conoscere di più e da cui avrei voluto imparare anche solo una piccola parte del loro grande sapere. A partire dai nonni, come la mia nonna paterna che sapeva cucire a macchina, lavorare ai ferri, cucinare pranzetti torinesi da leccarsi i baffi (mi ricorderò per sempre i suoi agnolotti!) e sapeva sempre come smacchiare qualsiasi tipo di macchia (per fortuna mi è rimasto il suo foglietto di istruzioni per i lavaggi). Eppure o eravamo troppo piccoli o in quel momento poco interessati, o semplicemente non esistevamo ancora, e così non abbiamo potuto ereditare gran parte del loro sapere. Così da questa voglia di conoscere persone del passato o incontrare persone del presente, da cui mi piacerebbe poter imparare qualcosa, nasce questa nuova rubrica ‘A merenda’.

A merenda con Bruno Munari

Il primo articolo con cui inauguro la nuova rubrica ‘A merenda’ è dedicato a un designer e artista italiano che non finisce mai di stupire e scoprire…si chiama Bruno Munari! E’ una persona speciale che mi sarebbe molto piaciuto incontrare e conoscere. Di Bruno Munari mi stupisce sempre la grande curiosità e la creatività con cui osserva il mondo che ci circonda. I suoi progetti nascono dall’attenzione e la cura per i particolari e per le cose semplici, o meglio per la sua arte di “semplificare”[1]. Mi piace e mi sorprende ogni volta quando studio i suoi progetti. Attraverso i suoi occhi riesci a vedere le cose in un modo in cui non avevi mai pensato di guardare, eppure ogni volta così semplice che ti fa dire: “Come ho fatto a non pensarci prima?”

46 Munari occhiali paraluceMunariAbitacolo

fonte immagini 1, 2, 3

Bruno Munari ha progettato a tutte le scale, lampade di maglia, strutture espositive, libri di tutti i tipi tattili, prelibri o ‘illeggibili’ (e andate a scoprire perché si chiamano così!), un “supplemento al dizionario di italiano”, sedie, uno spazio-gioco per bambini chiamato l’Abitacolo, giochi in scatola e di ogni genere come “ABC con fantasia” “Carte da gioco” , “Più e meno”, perfino occhiali paraluce (vedi foto)… Mi ricordo quando in biblioteca di architettura ho letto il suo libretto Good design, in cui un’arancia veniva descritta come se fosse un prodotto di design oppure il libro Macchine di Munari con le sue macchine inventate: ‘il motore a lucertola per tartarughe stanche’ o ‘agitatori di coda per cani pigri’ (solo i nomi fanno ridere, dovete vedere le illustrazioni). Ogni libro o progetto di sono qualcosa di speciale che ti fa guardare la realtà attraverso le sue lenti da designer pieno di ironia.

le macchine di munari

Le macchine di Munari – 1942 (Fonte)

Quello che più colpisce è che ogni progetto di Bruno Munari è unico e originale perché per ognuno si chiedeva “Esiste già qualcosa di simile? Come sono fatte? Come potrebbero essere meglio? Che cosa aggiunge di nuovo il mio progetto?”

Certo se tutti i progettisti si facessero queste domande avremmo sicuramente un mondo più Semplice Bello e Divertente!

Ma si nasce così? Beh sicuramente nessuno di noi può essere Bruno Munari, ognuno ha la sua storia, il suo proprio carattere, il suo vissuto quotidiano ma ognuno di noi può essere creativo, perché la creatività va semplicemente ricercata stimolata e allenata.

Ci ha lasciato una bellissima metodologia progettuale che ho riassunto in questa Graphic Sheet, e che possiamo usare ogni volta che vogliamo progettare.

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Sono tanti i progetti di Munari da raccontare. Con questo post spero di avervi fatto intravedere la sua personalità, stimolato la vostra curiosità per lasciare a voi il compito di andar in libreria a conoscere i suoi libri o frugare in rete le immagini dei suoi progetti per conoscere i suoi lavori e una persona davvero speciale! E soprattutto di avervi lasciato con la voglia di PROGETTARE anche voi qualcosa, qualsiasi cosa, riappropriandoci così della nostra creatività!

Buon weekend creativo!

munari word

E infine per conoscere di più Bruno Munari potete sbirciare qui.

[1] “Complicare è facile, semplificare è difficile” Bruno Munari

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